Lo scorso 19 giugno la Divisione calcio a cinque ha ufficializzato (leggi qui) la promozione in Serie A2 del Futsal Capurso. I bulldog hanno raccolto in un lungo comunicato tutte le emozioni di questa stagione, conclusasi in modo anomalo ma che ha regalato loro comunque la gioia più grande.

“Ci sono giornate e momenti nella vita di uno sportivo da segnare col pennarello rosso sul calendario.
Oggi, su quel calendario, va cerchiata una data che segnerà una delle pagine più belle del libro che la Futsal Capurso sta scrivendo per se e per il suo seguito. Vittoria del campionato, promozione in serie A2, evento storico, unico, per la nostra Capurso. Certo, il Covid non ci ha permesso di farlo come avremmo più voluto. Nessuno avrebbe voluto aspettare l’espressione del consiglio federale e della nostra Divisione. Avremmo voluto, esultare, abbracciarci, gioire, anche soffrire, raccontare e vivere una festa sul parquet. Non potendo fare quello che più avremmo desiderato, ci godiamo a pieno, un traguardo straordinario, realizzato con mezzi economici non grandissimi ma con un duo tecnico eccellente ed un gruppo di calciatori fantastico.
Un mix perfetto per una stagione indimenticabile. Sette mesi pieni di sorrisi, di vittorie frutto di un gioco, di lavoro fatto bene, ma senza prendersi troppo sul serio. Scelte mirate, per qualcuno discutibili estive, sulle quali nessuno avrebbe puntato un euro, a dispetto di squadre meglio “attrezzate”.

“La rosa più forte? Di certo non il Capurso. Almeno nel budget a disposizione o nei commenti pre-season. Proprio per questo i meriti vanno raddoppiati – prosegue la nota della società – se non triplicati. Tutto made in Italy. Molto frutto di giocatori, cresciuti qui. Oggi, per molti, Capurso è un modello. Per me lo era già prima, quando tra uno schiaffo e l’altro, tra una vittoria e una sconfitta, tra un acquisto giusto e uno sbagliato, stavamo costruendo nella giusta direzione. Oggi il carro è pieno, ma bisogna esser bravi, nel mantenere i piedi ben saldi per terra, continuare a costruire, e lavorare in silenzio (perché c’è ancora tanto da fare). Mantenendo il più possibile un gruppo al quale sono molto legato e che ha reso possibile un qualcosa di anomalo. Però, ora godiamocela. È un giorno speciale, unico e speriamo che possa arrivare a voi, quella che è la nostra gioia. Siamo una famiglia, una grande famiglia”.