Giuseppe Casalino nasceva il 2 marzo del 1965 nella terra delle cave, degli ulivi e del buon vino Moscato. Dall’infanzia alla gioventù, fino alla matura età, vive all’insegna del calcio e poi dell’allora semisconosciuto calcetto.
Quando nel 1992 fondava la società “Football Sporting Center”, le vicine Barletta e Bisceglie annoveravano già ben due squadre che davano vita a interessanti derby cittadini. A Barletta c’erano L’Angolo dello Sport e il Ville Neuve, a Bisceglie invece c’erano Olimpiadi e Sporting Club. Tutte giocavano all’aperto, sull’erba sintetica. L’idea era di avventurarsi in questa nuova disciplina selezionando tra i migliori atleti che transitavano dal centro sportivo Football Sporting Center, atleti tranesi scelti soprattutto attraverso i vari tornei organizzati sul campo in erbetta dell’impianto denominato anche “Monsignor Addazi”, raggiungibile da Via Andria al chilometro due.
Realizzato nel 1990 grazie anche all’apporto di una nota azienda barese, il Football Sporting Center arriverà ad annoverare nella propria struttura un campo di calcio a 8 e ben due campi di grandi dimensioni per il calcio a 5. L’unica squadra apparsa fino a quel momento a Trani in questa disciplina, di cui si ha notizia, era stata una selezione dello Sporting Club che prese parte al torneo del 1981.
Si giocava a livello amatoriale anche a Capirro e in altri centri sportivi, come lo Jashin, ma fu proprio Pinuccio Casalino a prendere la strada del campionato federale dopo la disputa del torneo provinciale Acsi che vedeva la partecipazione, tra le altre, di Olimpiadi Bisceglie e dei Dipendenti Comunali Trani. Questi ultimi riuscirono a fermare la corsa del “FSC” e a vincere la fase regionale e, addirittura, il titolo nazionale con fase finale disputata a Corato nel luglio del 1992. Ovviamente il tutto in ambito Acsi.
A questo evento entusiasmante per la nuova disciplina a Trani seguì l’organizzazione del Mundialito, torneo amatoriale disputato sui campi del centro sportivo di Casalino, con ben venti squadre ai nastri di partenza e la presenza del giovinazzese Pino Milella, capitano della nazionale, il giorno della premiazione finale. L’entusiasmo e la voglia di fare erano alle stelle, coinvolgevano l’intera città, in un tourbillon di emozioni sempre più crescenti.
La prima tappa in ambito FIGC per la neonata squadra di Pinuccio Casalino è stata la partecipazione al girone di zona di Coppa Italia, nel raggruppamento che vedeva la presenza di Sporting Club Bisceglie, Angolo dello Sport e Ville Neuve, con il piazzamento al terzo posto. La prima creatura era composta dai portieri Travisani, Baratta e Musicco e dai giocatori di movimento Lapi, Nenna, Leuci, Di Filippo, Sipone, Bellino, Lampidecchia, Mongelli, Rossi, Di Meo e Preziosa. Il primo allenatore era Salvatore Lotti che però fu subito sostituito, infatti, a ridosso di Natale, fu annunciato come nuovo tecnico l’affermato Angelo Carone, che nel 1988 e nel 1989 aveva condotto l’Antonella Bari alla poule scudetto di Merano e di Roma. Il Trani di Carone si piazzò a metà classifica ma Casalino dovette rinunciare a lui per la stagione seguente perché l’allenatore barese fu chiamato a guidare il Taranto nel campionato di Serie A 1993-1994.
Casalino prese in mano le redini della squadra che nella stagione 1993-1994 vide l’affermazione nel girone A di Serie C di Olimpia Bari e Olimpiadi Bisceglie. Nella stagione successiva ci fu il ritorno sulla panchina tranese di Angelo Carone che portò con sé Stefano Incerto. I portieri erano Altamura e Ciarallo, gli altri giocatori erano invece Modesti, Lapi, De Carlo, Lopez, Gagliardi, Celano, Tarantini, Di Filippo, Leuci e Bellino. A questi si aggiunse, a stagione avviata, Giuseppe Di Chiano. Il terzo posto finale dietro Modugno e Olimpiadi Bisceglie fu sicuramente un ottimo risultato per la squadra tranese.
Nel primo triennio le trasferte si giocarono a Bari, Barletta, Bisceglie, con i cosiddetti derby del Ponte Lama, Modugno, Palo del Colle e Rutigliano. Dopo l’annata 1995-1996 in cui a primeggiare nel girone furono Ville Neuve e Bisceglie C5, nella stagione seguente si aggiunse la trasferta di Manfredonia, oltre al Cofit Bari, che annoverava diversi atleti con esperienza in Serie A. Pinuccio Casalino si affidò al gruppo composto dai portieri Ciarallo e Graziano, poi Lapi, Nenna, Tarantini, Savoiardo, il giovane Amoruso, Basta, Martiradonna, Santomauro, Sgroni, Arzano, Fasciano, Merra, Ferrucci, Di Chiano e Stefano Incerto, quest’ultimo nel doppio ruolo di allenatore-giocatore. Intanto Giuseppe Di Chiano si distingueva come uno dei migliori del gruppo insieme a un giovanissimo Alberto Ragno.
Nella stagione 1997-1998 si aggiunsero due nuove trasferte da affrontare, Foggia con il fortissimo Fovea e San Severo con la Laurus. Fu proprio il Fovea a vincere il girone davanti al solito Bisceglie C5 di mister Capurso, mentre per il Football Sporting Center non ci fu molta gloria, in un girone avvincente che includeva ben tre squadre di Bari: Audace, Olimpia e Real. Per Pinuccio la soddisfazione arrivò nel vedere tra i convocati in rappresentativa alcuni dei suoi giocatori, come Giacomo Pansitta, Domenico Amoruso e l’astro nascente Alberto Ragno.
Nel 1998 ci fu il passaggio di Giuseppe Di Chiano al Bisceglie C5. Per Pinuccio veder partire l’altro Pinuccio, uno dei suoi figliocci, lasciava un po’ di amaro in bocca ma ben presto, con i successi ottenuti nel tempo a Bisceglie, fino al debutto in Serie A2 nel 2005, quel senso di rammarico si trasformò in grande soddisfazione e motivo di orgoglio per aver lanciato un giocatore che si è poi fatto valere in campo e fuori, come uomo e come atleta. La stessa cosa varrà per Alberto Ragno.
La stagione 1998-1999 fu l’annata delle barlettane, infatti, il Barletta C5 vinse il campionato, conteso con il Belle Arti fino alla finale regionale. I nomi nuovi erano quelli di Le Bon Foggia, Sipontum Manfredonia, Ruvo e i due club di Gravina. Furono queste le stagioni in cui Casalino prese in mano definitivamente il timone della squadra come tecnico. Nella stagione 1999-2000 il campionato annoverava quattordici squadre, tre erano di Manfredonia, mentre ad approdare ai play off furono Bisceglie e Fovea. Nel quintetto giallonero rientravano a rotazione i portieri Luciano Graziano, Elio Colonna e il giovane Silvano Basso, poi capitan Nicola Lapi, il baby bomber Paolo Cilli, convocato nella rappresentativa pugliese, quindi Modesti, Tridente, Amoruso, Pedico, Masulli, il barlettano Bizzoca, Di Staso, Fiorentino, Di Noia e l’infaticabile Michele Gagliardi.
Nel 2000 ci fu la costituzione del terzo girone di Serie C, cosicché il raggruppamento A, vinto dal Bisceglie, annoverava solo undici squadre, tra cui le neonate Parco delle Arti Barletta, Delfini Giovinazzo e Nettuno Molfetta. La stagione seguente le squadre scesero a dieci perché si costituì un quarto girone di Serie C, con Fovea e Mediterraneo Manfredonia che approdarono ai play off.
Con il ringiovanimento della squadra, a dare l’addio al calcio a 5 giocato fu il capitano Nicola Lapi, già calciatore con Ursus Trani e Don Uva Bisceglie e punto di riferimento della squadra per l’intero primo decennio. Il legame tra Pinuccio e Nicola è stato uno dei più importanti nella vita del deus ex machina della squadra tranese, soprattutto negli anni successivi. I nuovi innesti erano quelli del portiere Scandamarro più gli affidabili e promettenti De Liso e Mastrototaro.
Al termine della stagione 2002-2003 si sarebbe costituita la Serie C2, quindi bisognava fare attenzione a evitare gli ultimi posti che condannavano alla retrocessione oppure agli inediti play out. Dieci le squadre ai nastri di partenza con Fovea e Sipontum sugli scudi, mentre per gli uomini di Casalino arrivava comunque un ottimo quarto posto. La Serie C1 passava poi da quattro a due gironi. Nel frattempo era ceduto al Bisceglie, in Serie B, il centrale difensivo Andrea Amoruso, che andrà a fare compagnia a Giuseppe Di Chiano nella vittoria della Coppa Italia del 2004. In realtà anche Mauro Mastrototaro, classe ’80, era destinato a vestire il nerazzurro ma l’operazione sfumava prima dell’avvio della nuova stagione agonistica.
La stagione seguente (2003-2004) arrivava un’altra salvezza nel campionato che vide protagoniste Sipontum e Giovinazzo, entrambe poi salite in Serie B. Durante questa stagione, durante la pausa natalizia, la squadra del presidente-allenatore Casalino partecipava al PalaDolmen di Bisceglie a un quadrangolare a scopo benefico insieme alle locali Bisceglie C5 e Beppe De Cesare più il Calcetto Ruvo. Le iniziative di solidarietà hanno sempre trovato pronto Casalino e i suoi ragazzi.
Nella stagione 2004-2005, il Football Sporting Center si piazzava al sesto posto, e con la previsione di costituzione del girone unico di C1, la squadra tranese disputò lo spareggio play out contro il CSG Putignano, sesto piazzato nel girone B. Il doppio confronto sorrise alla squadra di Putignano, così il Trani conobbe la prima (e unica) retrocessione della sua storia. L’anno seguente però in C2, con diversi confronti inediti, come Canosa, Andria e Spinazzola, arrivava un secondo posto alle spalle dell’Apulia Altamura, con il conseguente ripescaggio in C1.
La stagione 2006-2007 è la prima in assoluto, e l’unica, in cui il Football Sporting Center disputava il campionato di C1 a girone unico. Erano cambiati nel frattempo i colori sociali, con il biancazzurro, mentre l’organico era composto dai portieri Giuseppe Scandamarro e Andrea Umile, dai centrali Antonio Mazzilli, Sebastiano Lorusso e capitan Leandro De Liso, dai laterali Daniele Mari e Mauro Mastrototaro, e dai pivot Michele Gagliardi, Giuseppe Pedico, Alessandro Falcone e Giuliano Papagni. In panchina ovviamente c’era il mister Pinuccio Casalino. La stagione si rivelò dura e dispendiosa dal punto di vista economico, con le inedite trasferte a Brindisi, Sava e Taranto. Pinuccio riusciva comunque a centrare con la propria squadra l’agognata salvezza attraverso il girone di play out disputato al PalaDolmen di Bisceglie, per poi decidere, a malincuore, di cedere il titolo sportivo all’Apulia Altamura del presidente Filippo Ragone, nel frattempo retrocesso, che diventava così Nuova Apulia Altamura.
Con Ragone si era creato un buon rapporto già dall’anno della Serie C2. Pinuccio Casalino diventò così il direttore sportivo della squadra altamurana, portandosi con sé Leandro De Liso. La compagine murgiana era composta anche dal portiere brasiliano Rodrigues, dagli argentini Paglia, Marengo e Tavella, dall’altro brasiliano Panarella, e dai vari Loseto, Oreste, Papa, Raffaele Colaianni, De Villagomez, Caputo, Nuzzaco e Peschetola. L’allenatore era l’esperto Mimmo Di Cosmo. Casalino riuscì a creare un grande gruppo, dentro e fuori lo spogliatoio, in grado poi di centrare il quarto posto in classifica con la sapiente guida tecnica di mister Di Cosmo (stagione 2007-2008) che valeva i play off, dove aveva però la meglio ai rigori la Virtus Monopoli di Luca Leggiero. L’esperienza ad Altamura per Casalino durò una sola stagione, ma quella fu un’annata fantastica per tutti.
Casalino volle riprendere l’attività nella sua Trani creando il Futsal Trani che avrebbe comunque giocato sul sintetico del centro sportivo ora denominato “Centro sportivo Casalino”, partendo ovviamente dalla Serie C2. Si trattò di una cavalcata entusiasmante, condivisa punto a punto con la Fuente Foggia, che vinse lo scontro diretto proprio all’ultima giornata sul campo della squadra tranese. Nonostante l’ottimo campionato, Pinuccio Casalino decideva di fermarsi, stavolta definitivamente. Dopo diciassette anni di calcio a 5, quindici come FSC, uno da direttore sportivo ad Altamura e uno come Futsal Trani, Pinuccio abbandonava l’attività federale sostenendo che in quel momento a Trani sarebbe stato difficile allestire un buon organico, soprattutto con gente disposta a fare sacrifici e con volontà di allenarsi. Con le chiavi appese al collo, col piccolo Giacomo al suo fianco, suo unico figlio maschio, insieme alla moglie e alle sorelle, nel frattempo, ha portato avanti l’attività per il decennio successivo, consentendo a tanti di giocare a calcio in un clima di famiglia, legame rafforzatosi soprattutto negli ultimi anni della sua malattia, arrivata all’improvviso, silente e bastarda. Un suo pensiero manifestato qualche anno prima del nefasto giorno dell’addio diceva: “Morire non mi piace per niente. E’ l’ultima cosa che farò”. Così è stato anche per Angelo Carone che con Pinuccio ha condiviso parte del suo percorso di vita.
Dopo una vita trascorsa nello sport e nel sociale, dopo una straziante malattia, Pinuccio ci lasciava prematuramente, era il 4 novembre del 2019. Con lui è morto un pezzo di storia, la storia cittadina del calcio a 5 a Trani. Pinuccio si è dedicato anche alla politica, come segretario cittadino di partito. E’ stato soprattutto l’impegno nel sociale a distinguere Pinuccio negli ultimi anni di vita. Con don Raffaele ha condiviso le esperienze dei pasti di Natale consumati con i più bisognosi, le iniziative della Caritas, i viaggi con gli amici dell’Unitalsi a Lourdes, fino al sostegno dei bambini più sfortunati di Baia Mare, in Romania, insieme a padre Albano, suor Gabriella e un gruppo di volontari.
Il 2019 è stato l’annus horribilis. Il 14 luglio Pinuccio perdeva quello che è stato più di un amico, quel Nicola Lapi, inseparabile, per anni protagonista sui campi e poi insieme nella vita politica e sociale della città. Il 4 novembre a lasciare questo mondo era Giuseppe. Ha lasciato la moglie Rosanna e i figli Giacomo e Clara, piegato dal male del suo corpo. Ha lasciato soprattutto un vuoto enorme, incolmabile, per chi l’ha conosciuto.
Forse, anche a chi non lo conosceva, leggendo questa storia.
di Francesco Dell’Orco