“Non sarà mai un addio. Il calcio a 5 mi ha offerto qualcosa che sarà con me per sempre. Mi ha insegnato il significato della passione, del coraggio e del sacrificio. E’ stato un viaggio che mi ha messo alla prova. Ma durante questo viaggio non ho mai abbandonato i miei sogni”. Con queste parole comincia la lettera di addio al futsal giocato da parte di Nicola Palermo. Una carriera lunghissima quello del “Granchio” che adesso volge al termine dopo tante esperienze in vari club e molti soddisfazioni.
“Ho affrontato gli spostamenti di città in città, l’infortunio, le sconfitte – continua – con la forte convinzione che sarei andato avanti. Indelebili resteranno gli anni di promozione dalla serie C alla serie A, non solo per i risultati ottenuti ma anche per le persone e i giocatori incontrati. Vorrei ringraziarli per il rispetto e vorrei dire loro che è stato un privilegio essere loro compagno e loro partner in tante battaglie, condividendo sconfitte e vittorie. Sarete sempre nel mio cuore.
“Ringrazio i miei genitori per avermi sostenuto in ogni mia scelta e per avermi incoraggiato ad andare avanti anche dopo l’operazione. Un grande grazie va anche ai miei allenatori: quelli che hanno visto il mio debutto nel calcio, ma soprattutto Pino Milella; ai direttori sportivi soprattutto Gianni Lasorsa”.
“Ringrazio tutte le società per cui ho giocato (Delfini, Gs Giovinazzo, Real Molfetta, Tridentina, Mantova, Atiesse, Cavezzo, Aquile Molfetta, Modena Cavezzo, MB Giovinazzo) prima per la loro fiducia e poi perché mi hanno offerto la possibilità di crescere in diverse città e paesi, che mi hanno aiutato a diventare una persona migliore. Ringrazio tutti i tifosi dei club per cui ho giocato. Senza la loro passione e il loro supporto non avremmo potuto raggiungere le vittorie che abbiamo raggiunto”.
“Grazie allo staff medico, ai dottori e ai fisioterapisti, per avermi offerto comprensione e supporto morale, per non aver mollato dopo la rottura del crociato. Questa – conclude Palermo – è la fine di un viaggio e l’inizio del resto della mia vita”.