Lo scorso 13 ottobre, di ritorno dopo una trasferta, la grande paura. Le cure, il riposo e la voglia di tornare ad essere quello di sempre poi sono stati gli ingredienti per tornare alla quotidianità e magari a sedersi nuovamente su una panchina in un futuro non troppo lontano. Miki Grassi torna a parlare quattro mesi dopo e tutto il mondo del futsal non potrà che esserne felice.
“Un saluto affettuoso lo rivolgo a tutti gli amanti del futsal. Si ora lo posso dire”, dichiara sorridente Grassi, “sto bene, se non fosse per le regole legate agli allenatori ed al cambio di panchina tornerei subito ad allenare. Questo ti fà capire quanto mi senta pronto”. Quattro mesi senza futsal nono sono stati facili ed il tecnico sipontino non lo nasconde, “Inutile negarlo mi è mancato tantissimo”, ammette l’ex tecnico del Futsal Canosa, “considerando che negli ultimi anni seguivo le prime squadre e la crescita delle under quotidianamente capisci che questo sport prendeva tanto tempo alla mia vita e come se mi mancasse costantemente qualcosa. Di conseguenza sono prontissimo per tornare, fosse per me sarei stato pronto subito dopo l’accaduto”, confessa, “pensa che dopo un mese ero già su strada per lavoro, ma anche dopo una settimana dell’uscita dall’Ospedale Riuniti di Foggia avevo voglia di tornare alla mia vita normale”.
Per chi respira futsal quotidianamente starne lontano è difficile, ma mister Grassi non si è perso d’animo, “Come sempre sarò sincero, inizialmente un pò perchè impossibilitato, un pò per rabbia perchè avevo perso quello che mi piaceva fare, mi ero distaccato completamente. Ma il distacco è durato poco”, ammette il tecnico pugliese, “ho iniziato a vedere i risultati, poi le partite dal vivo e dovunque sono andato sono stato accolto in maniera affettuosa dai presenti, dagli atleti, addirittura dagli arbitri, per me decisamente una cosa bella, ringrazio tutti. Insomma ho frequentato alcuni palazzetti da spettatore ‘neutrale’, ma al tempo stesso ho visto gare in streaming, insomma tutto quello che più o meno facevo prima, ma stare in panca è un’altra cosa”.
Spaziando sugli argomenti al tecnico foggiano abbiamo chiesto cosa andrebbe migliorato vedendo per qualche mese la disciplina da spettatore interessato, “Sicuramente potenziare i settori giovanili e non attraverso l’obbligatorietà che tante volte non porta alla crescita. La visibilità poi deve crescere ancora”, ammonisce Grassi, “la Divisione Calcio a 5 ha fatto e sta facendo tanto, ma i più importanti canali mediatici non prendono in considerazione la nostra disciplina e le notizie non vengono diffuse come invece accade per altri sport”. Un’idea che Grassi porta all’attenzione la mutua dal calcio femminile, Forse bisognerebbe affiliare le società di calcio a 5 a quelle professionistiche del calcio come è stato per il calcio femminile. Indirizzare le grandi realtà del calcio a curare un’area futsal non sarebbe una cattiva idea, a mio avviso, ma la Divisione ha un potere così forte da imporre questa idea al calcio? Il tutto darebbe sicuramente visibilità e prospettive a tutto il movimento. In questo periodo non vedo il futsal cosi solido, dichiara Grassi, si ha sempre l’impressione che sia uno sport conosciuto da chi ha passione forte come noi, e mai troppo conosciuto per farlo esplodere. Ripeto ora conosciamo anche le calciatrici della Juventus di calcio a 11, io fino a giugno 2018 non ne conoscevo alcuna”.
Inevitabile chiudere la piacevole chiacchierata con le prospettive e le ambizioni future, “Sinceramente non so cosa mi aspetta nel futuro prossimo come progetti, a patto che mi voglia ancora qualcuno”, ammette sorridendo, “come ho detto prima, fosse per me allenerei da domani senza pensarci. Non sono mai stato chiamato per dei progetti importanti, i progetti di solito li abbiamo resi importanti attraverso il lavoro fatto giorno dopo giorno. Chiunque allenerebbe o vorrebbe allenare una squadra che punta a vincere, ma se questa squadra dovesse durare un anno non sarebbe un buon progetto, presto la gloria svanirebbe. Abbiamo bisogno di progetti che pur soffrendo siano lungimiranti”, conclude Miki Grassi, “quei progetti che vogliano creare qualcosa nel tempo, che siano riferiti a giovani atleti o a grosse squadre ambiziose e società poco importa, l’importante è che durino nel tempo”.