olivieri torremaggiore

La stagione sportiva non si è ancora conclusa, ma questa pausa forzata è il momento giusto per fare il punto della situazione con Gigi Olivieri, tecnico del Torremaggiore, alla prima esperienza in Serie B.

Ancora quattro giornate al termine della regular season del girone G di Serie B ma, escludendo il risultato sportivo, per la squadra foggiana è già possibile fare i primi bilanci. “In termini di classifica potrò dire che le aspettative iniziali saranno rispettate solamente una volta conquistata la salvezza matematica. Per il resto – commenta Olivieri – per quanto riguarda la struttura dirigenziale, l’organizzazione e tutto ciò che comporta un contesto chiamato Serie B, posso dire che siamo andati ben oltre ogni più rosea aspettativa e ci tengo a ringraziare la società per gli sforzi oltre che economici anche logistici”.

Una salvezza che al momento sarebbe aritmetica, considerato il +9 sul Free Time L’Aquila, ma guai ad abbassare la guardia in casa Torremaggiore. “Restano tre partite da disputare e servono ancora diversi punti per avere la matematica certezza della salvezza e magari concludere in campionato in una posizione di classifica “interessante”. In termini di gioco penso che ce lo meritiamo – prosegue il tecnico – dopo un inizio difficile siamo arrivati ad avere consapevolezza nei nostri mezzi e questo ci permette di entrare in campo con la giusta convinzione”.

Una stagione, questa in Serie B, particolare per Olivieri, impegnato sul parquet sia come tecnico che come giocatore: “Inizialmente – ci confida – avrei dovuto solamente allenare, ma poi per esigenza mi sono dovuto allacciare gli scarpini. Il doppio ruolo non è semplice ma fortunatamente ho un gruppo di ragazzi che mi aiuta tanto, lavorando con grande impegno in allenamento. Inoltre l’infortunio subito a novembre mi ha facilitato il compito”.
In chiusura, Olivieri parla degli obiettivi a medio-lungo termine del suo Torremaggiore: “Gli obiettivi sono quelli di proseguire il percorso di crescita, di creare un settore giovanile che permetta alla prima squadra di poter contare su ragazzi cresciuti nel vivaio. La prima cosa è migliorare la struttura organizzativa e – conclude – cercare di porre le basi per un futuro solido“.